Lavori in luoghi confinati e con sospetto di inquinamento

pubblicato da silvia il 03/01/2020 16:51 | 0 commenti

Il lavoro in spazi confinati è problematico e spesso molto pericoloso.

La razionalizzazione del problema, per arrivare alla sua gestione e soluzione, si può dire che sia “la solita”:

  • Esame generale del contesto lavorativo
  • Identificazione e analisi dei fattori di rischio
  • Interazione tra ambiente di lavoro e attività che si andranno a svolgere
  • Identificazione delle misure di controllo

L’ambiente confinato non vuol dire necessariamente “chiuso”; effettivamente, manca una definizione di legge che chiarisca in maniera assoluta cosa sia uno “spazio confinato”.

Le imprese che devono operare in spazi confinati devono essere qualificate; si fa anche generale riferimento all’art. 26 del D.Lgs. 81_08.

Un riferimento tecnico molto utile per l’organizzazione della sicurezza in questo campo di azione è la norma UNI 10449:2008 “Manutenzione – criteri per la formulazione e la gestione del permesso di lavoro”.

Questo l’abstract della norma: La norma ha lo scopo di definire i requisiti minimi per la formulazione, la compilazione e la gestione dei permessi di lavoro. La norma si applica in tutte le aree di lavoro nelle quali sono effettuati lavori di manutenzione, di miglioria e modifiche assegnati in appalto, per mettere in evidenza ed informare i lavoratori dei rischi specifici inerenti all'area di lavoro ed al lavoro stesso. Essa si applica, inoltre, in tutte le aree di lavoro nelle quali sono effettuati i lavori di manutenzione, di miglioria e modifiche di beni, eseguiti da personale aziendale, ad eccezione:

- dei lavori di normale esercizio/gestione e di automanutenzione procedurizzati;

- dei lavori eseguiti all'interno di officine autorizzate o di aree adibite a cantiere.

Un altro riferimento tecnico indispensabile per lo studio e la gestione delle problematiche legate agli spazi confinati è lo standard OSHA 1910.146, Permit-required confined spaces.

La classificazione NTS Niosh 80-106, Criteria for a Recommended Standard: Working in Confined Spaces, è un altro documento fondamentale sull’argomento, e distingue le classi A, B, C (A più pericoloso, C meno pericoloso), sulla base di:

  • livello di ossigeno (es.: < 18%)
  • livello ATEX
  • livello TOX (IHDL)

Dalla classificazione derivano le azioni di prevenzione e protezione:

  • Comunicazione
  • DPI
  • Autorizzazione
  • Controllo preliminare atmosfera
  • Controllo continuo atmosfera
  • Formazione e addestramento del personale
  • altro necessario

È necessario completare il processo valutativo effettuando la valutazione del rischio incendio.

Il numero di ore della formazione specifica sul rischio al momento non è normato …; vista la fondamentale importanza della parte di formazione, è necessario garantirne la giusta quantità ma soprattutto la qualità.

La parte più complicata da progettare è la gestione delle situazioni di primo soccorso e di emergenza; è da definire caso per caso anche il livello di formazione primo soccorso dei lavoratori addetti agli spazi confinati.

Per quanto riguarda la certificazione dei contratti si applica la cosiddetta “Legge Biagi”, facendo anche riferimento all’art. 26 del DLgs. 81_08.

In caso di subappalto, è necessaria la certificazione dell’impresa subappaltatrice.

In linea di principio, un lavoratore autonomo da solo non può avere la capacità di gestire lo spazio confinato, perché (per esempio) per definizione, essendo solo, non può organizzare l’assistenza…

Altri aspetti da analizzare e tenere presente:

  • I sistemi di recupero sono DPI, e non DPC
  • IMPORTANTE il giudizio di idoneità della mansione da parte del Medico Competente
  • FIT TEST: se il DPI respiratorio non calza bene, è inutile!
  • Controlli dell’atmosfera prima dell’ingresso / durante lo stazionamento: quanti e quali analiti? Indispensabile attendere il tempo di reazione e il tempo di risposta del sensore (in caso di sensore inserito nella prolunga)
  • Garantire la comunicazione!
  • Provare prima i sistemi di recupero; in particolare, il sistema d recupero verticale deve avere due connessioni (dorsale e sternale)

APVR (dispositivi per la protezione delle vie respiratorie): dipendenti o indipendenti dall’atmosfera; bisogna vedere la capacità massima di filtraggio dell’inquinante e nel caso bisogna usare APVR indipendenti, usando l’autorespiratore (con autonomia di minuti) o il sistema air line (con autonomia di ore). Attenzione, l’autorespiratore aumenta di 20/25 cm il passo di sterno, aumentando quindi la ristrettezza del passo d’uomo.

La qualifica dell’operatore richiede l’esperienza triennale di almeno il 30% del personale.

Bisogna dimostrare la disponibilità delle attrezzature, compresa la formazione (non inferiore a 8 h).

Fondamentale la lettura del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro e Ergonomia: Dicembre 2017 (volume XXXIX supplemento 4 ott-dic 2017 pag 80-81) “Sindrome da sospensione inerte (sindrome da imbracatura): peculiarità preventive”.

Da tenere presente la norma UNI EN 16750:2017, Installazione fisse antincendio - Sistemi a riduzione di ossigeno - Progettazione, installazione, pianificazione e manutenzione.

Importante la Norma UNI/TR 11707: “Determinazione dell’esposizione dei lavoratori agli agenti chimici – Analisi di modelli di calcolo ai fini della valutazione del rischio occupazionale da agenti chimici” è stata pubblicata il 26 aprile 2018.Da leggere la UNI/CT 042/GL 59 “Salute e sicurezza dei lavoratori esposti ad agenti chimici, polveri e fibre”.

Esiste una APP sviluppata da Università di Bologna, INAIL e ATS regione Emilia Romagna denominata “Confined Spaces”, che può essere utilizzata come strumento anche formativo, https://confinedspaceapp.it.

Utile la pratica della notifica volontaria e preventiva ai sistemi di soccorso, per consentire il massimo coordinamento in caso di evento infortunistico.

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